Ricardo Gomez…il racconto di un addotto

Il fenomeno dei rapimenti alieni da sempre al centro dell’attenzione in campo ufologico, è spesso oggetto di polemiche di vario tipo che scaturiscono da opinioni divergenti tra loro. Molti ne sostengono la reale esistenza anche se con diverse sfumature e modus operandi variegati, altri parlano di operazioni perpetrate in cooperazione con apparati militari e segreti aventi lo scopo di sottoporre le popolazioni al controllo mentale, mentre una certa percentuale ritiene che il fenomeno possa essere solo frutto della fantasia di taluni individui, in cerca di soldi facili e di notorietà.
Una varietà di interpretazioni quindi.
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Alcune volte, però, i racconti dei testimoni sembrano essere così simili tra loro, ricchi di particolari comuni, divulgati nella stesso sofferente modo dalle vittime. Ciò fa ritenere improbabile che si tratti di mere invenzioni a meno che, per assurdo, tutte queste persone non si conoscano tra loro ed abbiano avuto la possibilità di concordare versioni simili per uno scopo che tutti noi, al momento, ignoriamo.
C’è da dire, inoltre, che alcuni di questi soggetti sviluppano, dopo l’esperienza dell’adduzione, particolari sensibilità (o facoltà) che prima non avevano e che conservano per tutto il resto della loro vita. Dopo l’esperienza essi mutano il loro stile di vita, divengono in alcuni casi altruisti, divulgatori, sognano di aiutare sempre i loro simili, cercano di aprire le loro menti e di portare la loro esperienza al servizio dell’umanità, affinché la stessa assuma, prima o poi, una diversa consapevolezza per il bene comune. Alcuni di loro, poi, agiscono come se fossero stati prescelti per svolgere una particolare missione per il pianeta e per le generazioni che lo abitano, contro un oscuro potere che cerca di sopprimere la libertà individuale, la pace e lo sviluppo spirituale.
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Tutto ciò, alla fine, ci fa comprendere che qualcosa di particolarmente agghiacciante sta avvenendo intorno a noi, indipendentemente dalla nostra volontà.
E che, ancor di più, questo qualcosa opprime e potrebbe modificare negativamente la nostra esistenza futura.
Come nel caso dell’esperienza vissuta da un addotto americano, Ricardo Gomez, residente nel Nevada, la cui presunta adduzione aliena si è ripercossa successivamente e negativamente nella sua esistenza. Egli, in una breve e recente intervista ha voluto testimoniare quanto accadutogli, reclamando il diritto a riprendersi la sua vita e la serenità che lo contraddistingueva precedentemente ai fatti che lo hanno coinvolto.
Ecco il suo racconto che, come quello di centinaia di altre persone, vuole essere un modo per denunciare l’esistenza di certi fenomeni:
So che un uomo adulto non dovrebbe piangere, ma nelle ultime settimane non ho potuto farne a meno. Ho passato la mia infanzia in un posto terribile ed ho deciso, crescendo, di aiutare gli altri, specialmente i bambini, divenendo un assistente sociale. Oggi sono stato sospeso dal mio lavoro, senza stipendio e lontano dai ragazzi di cui mi sono sempre occupato e che sono divenuti parte integrante della mia famiglia.
Il motivo di tutto ciò è che sono stato rapito. Tutto iniziò di notte nel mio appartamento del Nevada dal quale, inspiegabilmente, mi ritrovai catapultato nel campo di una scuola elementare. Ero confuso, non capivo come mai mi trovavo in quel posto, non c’era alcun motivo per cui avrei dovuto essere li e mi incamminai per ritornare a casa. Non riuscivo a capire il mio stato d’animo. Chiarisco che non sono né sonnambulo, né bevo alcolici. Nel tragitto accusai un dolore al polso destro e scoprii un livido esteso che non ricordavo di avere. Mi recai dal medico per farglielo esaminare e lui mi sottopose ad una radiografia che evidenziò la presenza di un piccolo oggetto di colore scuro incastrato nell’osso. Lo feci rimuovere successivamente con un piccolo intervento chirurgico e quando lo esaminarono i medici mi dissero che non sapevano cosa fosse. Assomigliava in un certo qual modo ad una specie di roccia. Ma non lo era. Da quel momento cominciai a pensare a cosa mi fosse accaduto. Un amico psicologo mi consigliò allora di sottopormi ad una seduta di ipnosi grazie alla quale ebbi modo di ricostruire gli eventi accadutimi, che ora vado a riassumere. La prima notte fui svegliato da una luce intensa che penetrava nel mio appartamento situato al quarto piano. Mi alzai per dare un’occhiata fuori. Non ho memoria di cosa successe in quel momento, ma nella scena successiva mi ritrovai sdraiato su un tavolo metallico contornato da tre esseri in piedi vicino a me. Avevano occhi neri, più di qualsiasi altra cosa avessi mai visto di quel colore ed erano alti. Non si trattava dei soliti piccoli alieni di cui si sente parlare. Avevano un’altezza approssimativa di oltre due metri. Essi estrassero fluidi biologici dal mio corpo e successivamente mi collocarono un dispositivo nel braccio cancellando la mia memoria e lasciandomi successivamente nel campo della scuola. Dopo essere riuscito a comprendere ciò che mi era successo, non sapevo più cosa fare. Parlai di quanto mi era accaduto con il mio capo (che presumevo essermi amico) e ben presto mi trovai sospeso dal servizio senza un valido motivo. Oggi mi considerano instabile o qualcosa del genere e sono tuttora senza un lavoro. Tutto ciò è semplicemente ridicolo, io sono una vittima degli eventi  e non dovrei essere punito per questo…”
Questa l’esperienza del Sig, Gomez, che ancora oggi è senza lavoro e in gravi difficoltà economiche.
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Nonostante tutto, però, una parte della comunità scientifica rimane l’unica detrattrice di questo tipo di fenomenologia, sostenendo che non vi sono prove scientifiche a supporto di tante testimonianze raccolte. In poche parole, essa afferma che ciò che non si può dimostrare su basi scientifiche scaturisce non necessariamente da reali accadimenti ma da cause che vanno ricercate nella psicologia, nella biochimica ed in alcuni casi, nella psicopatologia.
Evidentemente quindi, migliaia di persone al mondo sono semplicemente malate di mente!
A mio avviso, però, la difficoltà nell’accettare questo tipo di fenomeni dipende soprattutto dalla mancanza di metodi efficaci riconosciuti ufficialmente, anche se ne esistono alcuni particolarmente adatti, in grado se non altro di avvicinarsi molto alla realtà.
Negli ultimi anni, infatti, si è largamente diffuso, soprattutto negli Stati Uniti ma anche in Italia, l’utilizzo dell’ipnosi regressiva e della programmazione neurolinguistica come mezzo di indagine sui rapimenti alieni, nel tentativo di individuare la prova definitiva che attesti la realtà di questi fenomeni. Ed i risultati ci sono stati, in effetti. Basti guardare gli studi e le conclusioni raggiunte nel campo da luminari come Michael Jacobs, John Mack, Budd Hopkins, Karla Turner e nel nostro paese, da Corrado Malanga.
Nonostante però questi studi dimostrino che alcuni dei casi studiati sono incredibilmente reali e vissuti, frutto di un’interferenza esterna presumibilmente aliena, il fenomeno viene ancora osteggiato ufficialmente e considerato quasi inesistente da una parte della suddetta comunità scientifica.
Evidentemente, il famoso motto “vedere per credere” è ancora di grande attualità in questi ambienti, nonostante la realtà risulti essere ben diversa…
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