Un passo in avanti verso la conoscenza dell’oceano di Europa. Recenti osservazioni fatte da terra hanno determinato uno scambio chimico tra la massa liquida sottostante e la superficie del satellite galileiano. La scoperta non solo conferma l’esistenza di un oceano salato, ma permette di studiarlo attraverso l’analisi del suolo.
Si pensa che l’oceano di Europa sia profondo circa 100 km e copra l’interosatellite. Lo zolfo è sicuramente trasportato sul satellite attraverso il campomagnetico di Giove che lo ruba ai vulcani di Io e lo deposita sulla superficie della seconda grande luna gioviana. Ma da dove proviene il magnesio? In particolare, quale minerale può combinarsi con lo zolfo per produrre il solfato di magnesio. Alla fine si è scoperto: il cloruro di magnesio, proveniente dall’oceano tramite fessure o cunicoli o qualche altra via di comunicazione.
Diventano allora molto importanti le osservazioni di una quindicina di anni fa che indicavano una tenue atmosfera di sodio e potassio attorno a Europa, provenienti molto probabilmente dalla superficie del satellite. Anche se il cloruro di potassio e il cloruro di sodio non possono essere rivelati attraverso misure spettroscopiche da terra, l’esistenza di cloruro di magnesio sembra far pensare a una loro presenza in superficie.
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In altre parole, questi tre composti, portati in superficie attraverso passaggi “segreti”, sono esattamente quelli che caratterizzano gli oceani terrestri. Tuttavia, così come vi è un passaggio dal basso verso l’alto, può benissimo esserci un passaggio di composti chimici dalla superficie all’oceano: carbonati e altre molecole complesse… Insomma, Europa nasconde un luogo meraviglioso per ospitare la vita. Un passo ulteriore rispetto all’articolo precedente (QUI).
Cosa aspettiamo ad andare a pescare qualche branzino alieno?
Nuove evidenze osservative sembrano delineare un quadro veramente esaltante per Europa. Sali di magnesio, sodio e potassio, provenienti dall’oceano sottostante, vengono bombardati dallo zolfo trasportato da Io, rendendoli rivelabili attraverso osservazioni spettroscopiche. Un oceano salato molto simile a quello terrestre. Fonte: NASA/JPL-Caltech