Acceleratori di particelle nell’Universo: trovate le prove da “Fermi”

Come il Cern di Ginevra ma enormemente più potenti!

 Trovate le prove degli acceleratori di particelle dell’universo.

Grazie al satellite Fermi viste le «impronte» delle collisioni tra i protoni innescate dalle onde d’urto delle supernove.

I resti della supernova SN 1006 visti a onde radio (rosso), raggi X (blu) e luce visibile (Esa)

acceleratori_fermi

Il satellite Fermi ha avvistato le tracce dei potenti acceleratori che conferiscono alle particelle energia e velocità altissime per poi scagliarle nello spazio, fino a farle giungere anche sulla Terra sotto forma di raggi cosmici. Lo studio è stato pubblicato il 15 febbraio su Science, anche a firma di numerosi ricercatori italiani dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e dell’Agenzia spaziale italiana (Asi).

ONDA D’URTO – Lo studio ha esaminato ciò che resta di due supernove, quando una stella di grande massa esplode scagliando nello spazio particelle, elementi chimici, onde gravitazionali e producendo un’onda d’urto violentissima. La teoria più accreditata prevede che l’onda d’urto, quando incontra i densi strati di materia che si trovano nelle vicinanze dell’evento, inneschi l’accelerazione delle particelle (in particolare i protoni), già previsto in forma semplificata da Enrico Fermi, e che è all’origine delle altissime energie raggiunte dai raggi cosmici. I protoni, però, non solo vengono accelerati ad altissima velocità ed energia ma, come avviene nell’acceleratore di particelle al Cern di Ginevra, collidono fra di loro dando origine a una cascata di particelle secondarie. Finora mancavano prove dirette di questo meccanismo: adesso il telescopio a bordo di Fermi lo conferma.

 

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SCONTRO – Quando i protoni si scontrano, producono – fra le altre – una particella chiamata pione neutro, la quale decade immediatamente emettendo coppie di fotoni con una distribuzione di energia caratteristica. Studiando i fotoni provenienti dai resti delle supernove, i ricercatori sono riusciti a trovare una quantità significativa di questi fotoni con la distribuzione di energia tipica del decadimento del pione neutro: in pratica la «firma» di collisioni protone-protone ad alta energia e quindi dell’acceleratore celeste.

 

http://video.corriere.it/esplosione-una-supernova/8a9ca5fc-782a-11e2-add6-217507545733

 

L’IMPORTANZA – «È uno dei risultati più attesi e importanti degli ultimi vent’anni per la astrofisica delle alte energie e per la fisica delle astroparticelle», commenta Ronaldo Bellazzini, coordinatore per l’Infn del gruppo di scienziati italiani di Fermi. «Abbiamo ora l’evidenza diretta che la nostra galassia è popolata da una moltitudine di macchine acceleratrici, in grado di portare i raggi cosmici a energie cosi elevate che neppure potremmo immaginare di raggiungere con i nostri acceleratori terrestri. In pratica sono potenti laboratori per studiare fenomeni inaccessibili con gli strumenti che l’uomo può pensare di costruire sulla Terra».

 

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fonte

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