STONEHENGE: nuove prove archeologiche mostrano tracce di insediamenti umani risalenti a 3 mila anni prima che fosse costruita.

 

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Nuove prove archeologiche, rinvenute grazie ad uno scavo eseguito nei pressi di Amesbury, Wiltshire, mostrano tracce di insediamenti umani risalenti a 3 mila anni prima che Stonehenge fosse costruita.

Lo scavo, a circa un miglio dal famoso tempio in pietra, rivela che gruppi umani occupavano la zona già nel 7500 a.C., ben 5 mila anni prima di quanto si pensasse. I risultati sono stati ottenuti grazie ad un gruppo di archeologi volontari che hanno eseguito la ricerca con a disposizione un budget molto limitato.

La ricerca su piccola scala, ma dai risultati enormi, è stata condotta dall’archeologo David Jacques della Open University, il quale ha dovuto faticare non poco per trovare i fondi necessari per cominciare gli scavi.

La ricerca ha preso il via dallo studio di alcune fotografie conservate presso l’archivio dell’Università di Cambridge, le quali ritraevano la veduta di quello che è conosciuto come il “Campo di Vespasiano”, a circa un miglio da Stonehenge.

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“L’intero paesaggio è ricco di monumenti preistorici ed è significativo che per tanto tempo questo luogo sia stato una sorta di vicolo cieco per l’archeologia”, spiega Jacques. “Ma nel 1999, un gruppo composto da me e un gruppo di amici, ha cominciato ad indagare su questa di Amesbury”.

Come rivela stonepages.com, gli studi degli ultimi sette anni hanno rivelato il più antico insediamento semi permanente nella zona di Stonehenge, tra il 7500 e il 4700 a.C. La datazione al radiocarbonio dei materiali rinvenuti nel sito mostrano che gruppi umani si sono avvicendati quasi ogni millennio.

 

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“Qui ci troviamo in un piccolo angolo in fondo alla collina, con un fiume che scorre intorno ad essa e probabilmente è stato molto più frequentato durante l’epoca mesolitica che non in quelle successive”, continua il ricercatore.

Il sito contiene anche una sorgente di acqua naturale che secondo Jacques era una fonte di approvvigionamento per gli animali e per gli antichi uomini del mesolitico: “Ho pensato che la fonte poteva aver attirato animali selvatici e, solitamente, dove si trovano animali, si tende a trovare anche le persone. Certamente gruppi di cacciatori raccoglitori si riunivano in questo luogo”.

 

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Nonostante il budget limitato, i reperti portati alla luce dalla squadra di David Jacques stanno entusiasmando molti altri ricercatori. “Lo scavo ha il potenziale per diventare uno dei più importanti siti mesolitici dell’Europa nord-occidentale”, ha detto Peter Rowley-Conwy dell’Università di Durham, mentre il professor Pollard, del Stonehenge Riverside Project, ha detto che “la squadra di Jacques ha trovato la comunità che ha messo il primo monumento su Stone”.

Ma forse il più soddisfatto della scoperta è stato proprio Dave Jacques, il quale, pago degli sforzi affrontati, ha detto di essere convinto che quello che è stato trovato è solo la punta di un iceberg. Con ulteriori finanziamenti e l’interesse più ampio della comunità scientifica, il sito di Stonehenge, uno dei più enigmatici della Terra, potrebbe riservare ancora molte sorprese.

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