Reportage sull’ ex Maglificio Nigi…l’incrocio killer del Terraglio

 

Lavato a mano_Katia Celestini

 

Anche questa volta Katia Celestini la nostra formidabile reporter Bresciana vi lascerà incantati dalle  foto scattate e dal modo magico di raccontare storia e stranezze dell’ Ex Maglificio Nigi.

 

Blue Ghost Stories

Lo shooting è stato realizzato all’interno dell’ex Maglificio Nigi, a Mogliano Veneto (Treviso).
Si tratta di uno stabilimento industriale risalente ai primi anni Sessanta che produceva capi di biancheria intima, e che ha rappresentato a lungo, per l’area Moglianese, un’importante realtà economica.
Chiuso da diverso tempo (l’ultima attività produttiva risale agli anni Novanta), oggi si presenta in evidente stato di abbandono, meta di balordi, predatori di rame e vandali che hanno distrutto a colpi di mazza tutte le vetrate, gli uffici, le varie stanze e reparti del complesso.

 

 

Nothing exists_Katia Celestini

 

 

Gli strani incidenti sulla Statale 13 e le bombe della II Guerra Mondiale

Sono numerosi gli incidenti stradali che si verificano all’incrocio dell’area ex Nigi, all’altezza della provinciale 65 “di Zero” (a nord del centro abitato di Mogliano Veneto) e della statale 13 Pontebbana (Terraglio): questi incidenti vedono incredibilmente coinvolti solo motociclisti, che si scontrano con automobilisti, durante la fase di immissione sul Terraglio. Questo tratto di strada è già stato tristemente ribattezzato “l’incrocio killer del Terraglio”.
Solo nel mese di luglio 2010, la cronaca locale ha riportato di ben 6 motociclisti rimasti uccisi lungo la curva dell’ex Nigi, e gli incidenti, che vedono coinvolte sempre e solo le due ruote (in prevalenza motociclisti, ma anche ciclisti) continuano ancora.
Questi sinistri si verificano senz’altro per la mancanza di un’adeguata segnaletica, in particolare manca la costruzione di una rotatoria che faciliti proprio l’immissione sulla provinciale. Ma i motivi sono davvero solo questi? O c’è forse una sorta di negatività o maledizione che sembra abbattersi ogni volta solo sulle moto e non sulle auto? E se davvero così fosse, perché? Che cosa è successo in questo luogo?

 

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L’ex Maglificio Nigi sorge sull’incrocio di due strade (S.S. 13 e S.P. 65) e gli incroci di strade (tre strade = trivio, quattro strade = crocicchio), in magia, sono luoghi di grande potere in quanto simboleggiano l’incrocio tra mondi diversi (materiale e spirituale, per esempio).
Secondo le leggende popolari agli incroci di strade (trivi o crocicchi) le streghe si recavano per incontrare il Diavolo e si narra anche di patti fra il Diavolo e gli uomini fatti a questi incroci, i quali in cambio di ciò che desideravano vendevano a lui la loro anima. Per questo motivo durante il Cristianesimo i crocicchi e i trivi sono stati a lungo demonizzati, tanto che lì vi venivano sepolti anche gli eretici e le streghe, condannati dall’Inquisizione.
E ancora oggi, agli incroci delle strade, si trovano statue della Madonna o Edicole Votive a protezione proprio di questi luoghi considerati demoniaci o fautori di energie negative.
Nella cultura pagana, gli incroci di strade, in particolare di tre strade, erano sacri ad Ecate, divinità ctonia preindoeuropea, dea delle streghe e rappresentata come triplice, appunto.

Queste suggestive leggende popolari sono solo fiabe, o possono in qualche modo essere collegate con i numerosi incidenti che si verificano nei pressi dell’ex Nigi e forse, anche con il suo stesso fallimento?

Tra il 2001 e il 2007, durante i lavori di bonifica per la costruzione della Tangenziale Nord di Mogliano, sono stati rinvenuti 43 ordigni bellici (bombe aeree) della II Guerra Mondiale nei cantieri vicini al sottopasso dell’ex Nigi. Quest’area, infatti, fu una delle più danneggiate durante la II Guerra Mondiale poiché venne frequentemente bombardata per la sua funzione strategica di punto di passaggio delle truppe di terra.
In particolare, nel 2001, a 200 metri di distanza dall’ex Maglificio Nigi, fu ritrovata una bomba aerea di fabbricazione angloamericana del diametro di 35-40 centimetri, lunga un’ottantina di centimetri e del peso di 500 libbre, che si presentava ancora in perfette condizioni. L’ordigno è stato trovato a circa due metri e mezzo di profondità.

Analizzando i dati fin qui ricavati (cronaca, storia, folclore) se ne deduce che l’area su cui sorge l’ex Maglificio Nigi è piuttosto particolare: all’incrocio di due strade e in una zona che fu colpita da bombardamenti durante la II Guerra Mondiale. Circostanze e avvenimenti che sicuramente possono aver lasciato un imprinting negativo qui, enfatizzato dall’intrecciarsi di due arterie stradali importanti. Un incrocio che simboleggia anche il passaggio tra la Vita e la Morte?

 

Corn Flakes_Katia Celestini

 


Il silenzio di mille vetri rotti

Entrando nell’edificio per realizzare il reportage, quello che mi ha più colpito è stato il silenzio. Nelle aree dismesse il silenzio è una caratteristica comune, ma ognuno di questi luoghi dimenticati ha un suo particolare silenzio. Qui nell’ex Nigi il silenzio aveva il suono ovattato e immobile di miriadi di vetri rotti che si frantumavano sotto le scarpe camminando per gli stretti corridoi degli ex uffici o degli ex capannoni dove si producevano capi di biancheria intima.
Le veneziane che pendevano dalle finestre fatiscenti e danneggiate dai vandali, conferivano all’edificio un aspetto orientaleggiante, somigliando a grandi ventagli giapponesi.
Dalle coperture parzialmente divelte del soffitto degli stabilimenti oscillavano lunghi brandelli di tessuto bianco, simili ad antichi lenzuoli che, illuminati dal sole, uscivano dalla penombra come affascinanti fantasmi.
E’ un luogo, questo dell’ex Nigi, dove tutto sembra immobile, dove tutto sembra essere rimasto ciò che era, a dispetto del tempo, del degrado, dell’incuria. E dell’uomo stesso.


Katia Celestini

www.alchimilla.it

 

 

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