Castello di Aci Castello, tra storia e paranormale sulle sponde del mar Ionio

Oggi per la rubrica“Le Nostre Indagini” Vi proponiamo un’analisi di uno dei monumenti della sicilia orientale più comunemente noti agli appassionati di paranormale: Il castello Normanno di Aci Castello. Cominciamo con alcuni cenni storici sulla fortezza che ci permetteranno di capire meglio le origini di tali fenomeni.

Aci Castello è il primo centro della riviera dei Ciclopi, così chiamata per gli scogli che emergono dal mare e che sembrano gettati da un gigante; la leggenda narra che fu Polifemo accecato a scagliarli contro Ulisse in fuga. Il paese fu distrutto da un terremoto nella seconda metà del 1100 e gli abitanti furono costretti a riparare in località vicine, che a loro volta si svilupparono come centri autonomi e oggi sono riconoscibili dal prefisso Aci (Acitrezza, Acireale ecc.).

Il castello di Aci Castello, distante pochi chilometri da Catania, è famoso per la rupe basaltica in cima alla quale sorge il castello  che da il nome al paese.

 

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La composizione della roccia sulla quale sorge l’edificio è estremamente rara e ne esistono pochi altri esempi.
Si è originata da un’eruzione vulcanica basaltica marina di oltre 500.000 anni fa, la pietra lavica è ricoperta da una crosta vetrosa (generata dalle alte temperature del magma) e divisa all’interno in prismi. Questa particolare forma e struttura è dovuta alla presenza di sabbia e argilla nel fondale originario e dal raffreddamento repentino del magma, causato dal contatto con l’acqua fredda del mare.

Durante il periodo della colonizzazione greca prima, e della dominazione romana poi, sicuramente la rocca sulla quale si erge il castello normanno fu frequentata per la sua posizione strategica, che permetteva il controllo del mare e del passaggio delle navi dirette verso lo stretto di Messina.
Sebbene non si siano conservati resti di strutture di tale periodo, a causa probabilmente della distruzione delle fortezze costiere operata dagli Arabi, gli scrittori antichi ci hanno lasciato il ricordo di famose battaglie navali combattute in queste acque (Diodoro Siculo ci ricorda quella tra lmilcone cartaginese e Leptine siracusano).
Anche i rinvenimentì archeologici, soprattutto quelli sottomarini, esposti nelle vetrine del Museo Civico all’interno della fortezza, attestano l’antica frequentazione di questi luoghi.

Poche le testimonianze relative al castello nel XVIII secolo, se si esclude la leggenda di un povero cacciatore che venendo un giorno a cacciare nelle vicinanze del castello, uccise per errore una gazza di proprietà del governatore del castello, uomo crudelissimo. Questi fece arrestare il cacciatore e lo fece segregare nelle prigioni del castello, dove rimase ben 13 anni. Un giorno, saputo dell’arrivo del Duca Massa, proprietario del castello, il cacciatore compose un canto in suo onore; quando lo udì, il duca volle conoscerlo e, appresane la triste storia, diede subito ordine che venisse scarcerato.
Nel XIX secolo il castello entrò a far parte del Demanio Comunale, ma nel 1818 un terremoto provocò nuovamente danni così gravi che esso non poté più essere utilizzato come prigione. Carenti le notizie storiche sulla seconda metà dell’ottocento; il castello tuttavia ispirò in questo periodo a Giovanni Verga la novella “Le stoffe del Castello di Trezza” che, tra amori, tradimenti e fantasmi, narra le affascinanti vicende di don Garzia e di donna Violante.

 

 

Numerose sono le leggende che vengono associate alla rocca di Aci Castello (Catania), adagiata sul mare, riguardo la presenza di fantasmi che dopo la mezzanotte si aggirano tra le stanze segrete o nelle tetre prigioni dove la storia descrive di morti in battaglia e di detenuti lasciati morire di fame. Di avvistamenti se ne parla da tanti anni; ne parlò il custode di un tempo oggi defunto, che disse di aver visto dei soldati a spasso entrare nelle stanze dove si trova il museo civico. Pare che qualche castellese sia rimasto una notte ad aspettare i fantasmi munito di macchina fotografica. Un’altra vicenda riguarderebbe due impiegate comunali che, al termine di una manifestazione tenutasi sul castello, si attardano a ripulire e sistemare le stanze del maniero normanno. L’orologio segnava le tre di notte e un leggero venticello avvolgeva la rupe dando un po’ di frescura alle stanche lavoratrici. Ad un tratto un rumore stridente, forse di catene, rompe il silenzio di una sonnacchiosa notte d’estate. Le malcapitate si guardano in faccia, capiscono che qualcosa di strano sta accadendo, pensano entrambe la stessa cosa ricordandosi le leggende dei fantasmi, e allora giù di corsa per le scale del castello a gambe levate.

 

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Anche noi di SARDe abbiamo voluto approfondire tali argomentazioni e con i nostri strumenti ci siamo recati all’interno del Castello per fare alcuni scatti e monitorare alcuni ambienti nei quali, secondo i racconti sopracitati, si sono verificate delle attività paranormali. Qui di seguito Vi postiamo una presentazione che racchiude diverse immagini, tra le quali due in particolare che, grazie all’applicazione di particolari filtri di contrasto, sembrano rivelare due volti sulle rocce all’interno di una delle stanze. Come sempre lasciamo a Voi i commenti:

 

 

 

fonte: SardeCentroRicerca

 

 

 

 

 

 

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